Dolci e … croccanti!

Dolci e … croccanti!

Sat, 18 Jul 20 Lay Association Communities

“La caratteristica di un frutto maturo è il suo esser dolce. Ciascuno di noi, anagraficamente maturo e, soprattutto, maturo nella fede, sia … dolce… Dolce e bello…! Chi c’incontra, chi entra con noi in contatto, chi, insomma, c’assaggia, possa sperimentare la … dolcezza e la bellezza … di Dio! Guai, amici miei, se la nostra vita, se il nostro agire non rimandano, immediatamente e concretamente, al buon Dio… Chi … assaggia noi … deve subito provar nostalgia di Dio, mettersi sui suoi passi, innamorarsi di Lui perdutamente…”
Così don Michele D’Agostino conclude la predica sua…
Così, noi, decidiamo d’aprire il racconto di un estivo e serale lunedì in quel di Arghillà, periferico lembo di terra della Metropolitana Città di Reggio Calabria…
Sa di Crisma e di Cenacolo la giovane e sacerdotale esistenza di don Michele D’Agostino: Padre Giuseppe, Arcivescovo Metropolita di Reggio Calabria – Bova, l’ha ordinato presbitero il ventisette giugno scorso…
L’indomani, a “San Giorgio al Corso”, su quell’Altare che l’ha visto nascere alla vita e alla fede, ha presieduto, per la prima volta, il Divin Sacrificio…
Poi, giorno dopo giorno, ha celebrato il memoriale della morte e risurrezione del Cristo sugli Altari sparsi tra la jonica e la tirrenica, essendo, i suoi amici, laici e consacrati, desiderosi d’incrociar Cristo nel luccichio dei suoi occhi, nella chiarezza della sua predicazione priva di fronzoli, nell’abbraccio suo al contempo paterno e fraterno…
A sera del tredici di luglio, lunedì, ha presieduto una Concelebrazione Eucaristica nella Cappella della Casa di Spiritualità "Santa Maria Porto di Pace”: lì, in quello spicchio di Terra, perfetta congiunzione tra Dio e l’uomo, vivono le Figlie della Chiesa, Congregazione nata da una divina intuizione che incendiò il cuor della Venerabile Suor Maria Oliva Bonaldo del Corpo Mistico.
Tuttavia, l’invito a presieder lì, insieme a don Nino Iannò, parroco di Arghillà, la Santa Messa viene fatto recapitare a don D’Agostino direttamente dai … Figli della Chiesa, l’associazione laicale che, come recita l’articolo terzo dello Statuto, “partecipa nel mondo al carisma dell’Istituto Suore delle Figlie della Chiesa: Conoscere, amare e testimoniare la Chiesa; farla conoscere e farla amare; pregare, lavorare e soffrire per essa a imitazione di Gesù che amò la Chiesa e per essa sacrificò se stesso”.
È, quella del tredici di luglio, l’occasione per vivere, laici e suore insieme, le primizie sacerdotali di don Michele; è anche il momento per far memoria delle consacrate e dei laici che, dopo un autentico e disinteressato apostolato in Terra, oggi godono dell’eterna visione del Volto di Dio.
Ma è anche il tempo per rinsaldare quel legame tra le Figlie della Chiesa e don Michele: le Suore, fin dal 1980 presenti in Città, animano, fino ai primi mesi del 2020, il Centro Eucaristico di San Giuseppe al Corso, collaborando con la comunità parrocchiale di “San Giorgio al Corso”. Le Suore, pertanto, accompagnano la nascita e la crescita di quel giovanotto che, a un certo punto, anche grazie all’influenza che su di lui esercitò l’allora parroco don Nuccio Santoro, decise d’esser tutto, ma proprio tutto, di Dio…
Così, alla ventesima ora di un accaldato lunedì di luglio, don Michele e don Nino, assistiti dal seminarista del reggino “Pio XI” Enzo Attisano giungono all’Altare…
All’organo v’è il Maestro Antonio De Matteis, responsabile dell’associazione reggina e da qualche mese succeduto a Marilena D’Agostino.
All’omelia don Michele, con uno stile fresco e conciso, offre, anche richiamando gl’insegnamenti di Madre Maria Oliva, concrete e applicabili indicazioni per la vita di ciascuno dei presenti, suggerendo, allacciandosi all’odierna Liturgia della Parola, il desiderio d’esser sempre “attenti a quel che il Signore, ogni giorno, suggerisce all’animo nostro: se quotidianamente riusciamo a far la volontà di Dio, col sorriso e col sudore, mai sperimenteremo sentimenti di tristezza o sconforto. Saremo sempre inondati di gioia, quella bella, vera…”
Un’agape fraterna conclude la serata…