Mar, 29 Mar 22 Formación Jóvenes
Il 25 marzo, noi novizie con le altre giovani sorelle arrivate a Roma, al termine della Festa di Famiglia vissuta a Sancta Maria, ci siamo trasferite presso la Domus Aurea, dove nei due giorni successivi abbiamo vissuto due momenti molto profondi ed arricchenti: uno riguardante la nostra formazione e un altro riguardante la lettura continua della Parola di Dio.
Nella mattinata del 26 Marzo con Sr. Loredana Pandolfi GC abbiamo continuato il nostro incontro sul tema: L’Annunciazione - Promessa. Dalla perfezione all’integrazione della persona. Ci sono stati consegnati diversi stimoli e “punti di crescita” per una maggiore interiorizzazione ed integralità della nostra vita Carismatica, intrecciata a ciò che siamo, ognuna con i suoi talenti, i suoi doni, il suo carisma ecc… non un togliere, ma un integrare per un “di più”. La parola chiave è stata: non basta educare, bisogna anche formare. Sr. Loredana ci ha presentato in modo particolare quattro modelli formativi, con i loro aspetti positivi e negativi, che nel corso degli anni hanno formato generazioni di consacrati:
Alla luce di quest’ultimo modello, ci ha accompagnate in un percorso che parte dal di dentro, cioè dal proprio io, per arrivare al noi: dal riconoscere e attraversare le manie narcisistiche, per arrivare ad uno svuotamento di sé; lasciando spazio a Dio, desiderando il bene… tenendo mistica e ascesi insieme; mettendo a servizio del Regno tutto ciò che siamo; tenendo al centro di tutto la croce, avvolgendo la nostra vita nella vita di Cristo; imparando ad andare al di là di noi stesse per una realizzazione piena e vera; e ciò può avvenire solo se alla base c’è una conoscenza e accettazione di sé.
Quindi, in sintesi, integrare significa anche disponibilità a lasciarsi formare dalla vita per tutta la vita, rimanendo docili; cioè “imparare ad imparare” lasciandosi “toccare da tutto”; imparare a cercare Dio in tutto e in tutti; dare senso a tutto ciò che si è vissuto e si vive, significare e risignificare il proprio passato, dando senso alla propria storia. E ciò può avvenire soprattutto raccontandosi, raccontando di sé per conoscersi.
“Resta con noi, Signore” (Lc 24,29), questo l’incipit della lettura continua, giorno e notte, del Vangelo di Luca.
È stata per me la prima esperienza, abbiamo iniziato alle ore 15:15 pm per poi concludere circa alle 02:00 am. Non avevo ancora vissuto nulla di simile; siamo state guidate ed accompagnate da S. Ecc.za Mons. Paolo Ricciardi, Vescovo Ausiliare di Roma. È stato davvero un momento molto profondo e coinvolgente.
Leggere la Parola “tutta d’un fiato” è stata per me una ricchezza e un'occasione per una maggiore comprensione dell’autore stesso. Con noi in questa esperienza vi erano anche alcuni laici; è stato bello vivere con loro questo momento, perché non è stato un semplice ascolto, ma un andare in profondità anche di noi stessi attraverso la lettura, la condivisione e gli spunti che il Vescovo ci dava .
La mattina seguente, 27 Marzo, abbiamo avuto un momento di condivisione e risonanza di questa esperienza vissuta insieme, che ci ha fatto desiderare di continuarla ancora in altri momenti dell’anno.
Nel pomeriggio abbiamo avuto il secondo incontro formativo previsto, con Sr. Katia De Simone GSC, continuando il tema: L’Annunciazione del Signore – Promessa del compimento. Sr. Katia ci ha accompagnate in questo “viaggio della fede” nel tempo; cioè, il tempo ciclico dalla promessa (Annunciazione) al compimento (Incarnazione del Signore), questo tempo che diventa Kairologico perché si compie la promessa della venuta del Messia. Ci ha aiutate a comprendere sempre di più che l’anno liturgico diventa luogo sacramentale di guarigione del mio io, perché deve fare spazio al noi. Non bisogna viverlo in modo passivo, ma rendendosi presenti alla realtà che si vive; è il luogo della memoria: memoriale, cioè attuazione della salvezza in me.
Sr. Katia poi ci ha offerto alcuni testi magisteriali e considerazioni sulla “risorsa formativa della Liturgia”: celebrare per partecipare al Mistero Pasquale di Cristo e ci ha dato diversi spunti per comprendere e imparare a vivere, a partire dal di dentro, tutto ciò che riguarda l’andare in profondità nell’ambito liturgico dove tutto ciò che accade, che viviamo, ogni minimo “segno”, racchiude in sé grandi valori e grandi verità riguardanti la bellezza della Liturgia e l’azione di Dio e dello Spirito Santo che passa attraverso di essa.
Sono tanto grata alle sorelle tutte e al Signore, per tutto ciò che ho vissuto e ricevuto in queste giornate di fraternità, preghiera, condivisione, comunione e collaborazione. Anche nelle piccole cose ho potuto respirare e godere la bellezza della nostra famiglia religiosa.
Desidero concludere con una frase di Madre Maria Oliva Bonaldo e una di S. Giovanni della Croce:
«Figliuole, l’Amore di Dio è come la musica: bisogna sentirla per parlarne. Bisogna aver gustato almeno una volta quanto è soave il Signore per essere apostole» (Fiore di Passione).
«Un po’ di puro amore apporta maggiore utilità alla Chiesa che non tutte le altre opere messe insieme (Giovanni della Croce - Cantico 29,2).
Merilin CG