Mié, 09 Ago 23 Lectio Divina - Año A
In questa grande Solennità celebriamo la Pasqua della Vergine! La Chiesa infatti ci fa contemplare nella Liturgia il grande mistero della glorificazione di Maria in corpo e anima.
Ella, immagine e modello della Chiesa, ci precede nell’appartenenza piena e totale a Gesù, risorto nel suo corpo glorioso.
Si potrebbe dire che tutta la Prima lettera di Paolo ai Corinzi è una “contemplazione del Corpo” di Cristo morto e risorto. Non a caso perciò, nei testi scelti per la celebrazione liturgica sia della Messa vespertina della vigilia che del giorno, sono proposti brani di questa lettera paolina.
Nella vigilia, dopo il brano di 1 Cronache 15,3-4.15-16; 16,1-2 (che racconta il trasporto gioioso dell’arca a Gerusalemme, applicato dalla Chiesa alla persona di Maria, il cui grembo è l’arca preziosa che ha contenuto il Signore), 1Cor 15,54b-57 canta la vittoria di Cristo sulla morte, che ormai ha perso il suo veleno. Per il cristiano essa diventa un “addormentarsi in Cristo”; e infatti in Oriente questa festa mariana viene celebrata con la denominazione di “Dormizione della Vergine Maria”.
Anche il piccolo brano di Luca (11,27-28) che riporta l’elogio di un’umile donna al grembo di Maria, provocando la risposta di Gesù sulla beatitudine dell’ascolto e osservanza della Parola di Dio, ci fa intuire come Maria nel suo compito materno sia totalmente coinvolta, fisicamente e spiritualmente, a collaborare alla crescita umana del Figlio.
Per la Messa della solennità è stato scelto, dopo il brano di Apocalisse 11,13a;12,1-6 (che riporta il fallito tentativo di aggressione da parte del drago sulla donna partoriente) il testo di 1Cor.15,20-27a, in cui san Paolo, instaurato il paragone tra Adamo e Cristo, presenta la risurrezione di Gesù nel suo vero corpo come una Primizia. Ciò ha spinto i Padri della Chiesa e vedere in Maria la nuova Eva, pure Lei primizia; infatti il privilegio della sua Assunzione è un anticipo di ciò che accadrà a tutti noi, è il destino di tutta l’umanità; Maria gode per prima di questo gratuito dono del Padre a cui tutti parteciperemo, mentre la divina maternità e la perpetua verginità sono riservate esclusivamente a Lei.
La Bolla Munificentissimus Deus di Pio XII, per la proclamazione del Dogma dell’Assunta (1 novembre 1950), testimonia che fin dai tempi antichissimi il popolo di Dio è stato consapevole dell’impossibilità che il corpo santo di Maria potesse essere preda della morte e della corruzione.
Per questo la Chiesa crede fermamene che la Madre è partecipe della stessa vittoria del Figlio ed è divenuta per sua grazia perfettamente conforme a Lui; ricorda che il fondamento biblico che consente di affermare questa realtà con sicurezza sta nel fatto che la Vergine ci viene sempre presentata come strettamente unita al suo Figlio divino, solidale con Lui e compartecipe della sua condizione umana.
Il dono dell’Assunzione è “per noi”; la gloria della Vergine non è fine a se stessa, ma si riverbera sui figli che trovano in Lei l’aiuto, la tenerezza, la vicinanza.
L’Orazione Colletta della Messa Vespertina vigiliare implora il Padre: “Fa’ che, salvati per il mistero della tua redenzione, possiamo essere da te innalzati alla gloria del cielo”.
E la Colletta della Messa del giorno, contemplando la Madre glorificata, chiede: “Fa’ che viviamo in questo mondo costantemente rivolti ai beni eterni, per condividere la sua stessa gloria”.
I nostri cuori e pensieri perciò in questa solennità sono orientati al cielo!
Il testo evangelico, tratto da Luca 1,39-56, ci porta ancora a contemplare la beatitudine di Maria, che nella fede - come proclama a gran voce Elisabetta - ha accolto il progetto di Dio su di Lei e si è lasciata plasmare dallo Spirito per divenire Madre del Signore.
Il canto del Magnificat sgorgato dal cuore di Maria testimonia la sua consapevolezza della propria piccolezza e umiltà; contemporaneamente esprime il riconoscimento della potenza di Dio, che con strumenti piccoli e inadeguati sa fare cose grandi e meravigliose; non attribuisce nessun merito a se stessa, perché sa di essere stata salvata e scelta gratuitamente.
La lode a Maria che continua a sprigionarsi dal cuore dei fedeli nel corso dei secoli e delle generazioni è la risposta grata a questo agire del Padre misericordioso, che continua ad assistere coloro che lo temono e a umiliare i superbi.
Il Prefazio infine, sintetizzando tutti i motivi della festa, fa risaltare in particolare l’aspetto escatologico del mistero che celebriamo, perché apre i nostri occhi alle realtà future che ci attendono e dilata la nostra speranza anche se il nostro cammino quotidiano continua ad essere un pellegrinaggio che conosce difficoltà e prove: “Oggi la Vergine Maria, Madre di Dio, è stata assunta in cielo. Segno di sicura speranza e consolazione per il popolo pellegrino sulla terra, risplende come primizia e immagine della Chiesa, chiamata alla gloria. Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro Colei che in modo ineffabile ha generato nella carne il tuo figlio, autore della vita”.
Rallegriamoci dunque nel Signore e gioiamo con gli Angeli guardando a Maria, nostra Madre, rivestita di onore e gloriosa accanto al Figlio Risorto.