Mar, 13 Oct 20 Asociación "Hijos de la Iglesia" Familia Carismática Comunidades
Nell'ambito del Convegno Interregionale Nord nella casa di esercizi spirituale Mater Amabilis a Vicenza si sono ritrovati i Figli della Chiesa per confrontarsi sul tema : "L'Armonia dell'unità nella relazione".
Ogni convegno diventa non solo un momento di ricerca di armonia personale, per parafrasare l'oggetto della ricerca del tema che ha animato l'incontro, ma anche un richiamo a riflettere, come sempre, sul carisma dato da Madre Oliva, fondatrice delle Figlie della Chiesa, per rinnovare ed edificare la Chiesa.
Infatti Sr. Ketty Leopizzi, quale prima relatrice sugli argomenti di approfondimento, ha sviluppato una relazione attinente al tema del convegno partendo dalla domanda: "Esiste un'unità, un'armonia alla quale possiamo attingere per vivere le nostre relazioni.
La risposta è una sola: Gesù Cristo".
Suor Ketty è partita da questa verità e dai dati scritturistici per illustrare Gesù come modello, e Gesù come uomo delle relazioni, delineandone lo stile che si dispiega in piccoli ma significativi gesti e parole, poche, ma efficaci.
Attraverso il racconto evangelico della storia di Gesù, la relatrice ha sottolineato come la sua esistenza sia stata totalmente orientata al Padre suo: e noi abbiamo fatto di lui un Maestro, che ci dirige alla vera armonia, quale fonte di consenso del bene. Il nostro impervio cammino di guarigione del cuore è assumere lo stile di Cristo. E la nostra relatrice attraverso i passi dei quattro Vangeli ha sviluppato questo argomento individuandone ed articolandone tappe.
Per il pregnante valore esemplificativo al tema, Suor Ketty è ricorsa alla pericope del Vangelo di Marco sull'emorroissa (Mc 5, 25-34), la donna a cui il soggettivo stato fisico aveva compromesso la qualità della sua vita.
È quello che spesso accade anche a noi che viviamo male e conseguentemente facciamo vivere male.
Assumiamo atteggiamenti sbagliati e ogni giorno facciamo esperienza della fatica di stare insieme e relazionarci, creando intorno a noi disarmonie affettive e spirituali. E crediamo di poter trovare rimedio rivolgendoci a quei medici "pericolosi", come assume il passo evangelico, che sono le nostre stesse erronee strategie di vita; e ricorriamo a terapie pericolose che rappresentano le nostre tentazioni.
Ma la donna del Vangelo ci insegna una strada: la strada della fede. A lei basta arrivare a quel mantello di Gesù e toccarlo: così sarà salvata. E' riuscita ad individuare un itinerario preciso: l'ispirazione, l'accoglienza della parola che la porta alla purificazione attraverso quello che è un atto di fede. Il contatto con il mantello: è il toccare l'andare incontro a Dio. E Gesù nel cercare nella folla chi ha toccato il mantello vuole stringere una relazione personale: "Dio non ama tutti, ma Dio ama ognuno". Dio ci cerca, non ci abbandona, si vuole fare vicino a noi, ci conduce e ci sta accanto.
Dalla parabola troviamo un indirizzo nel nostro stile di vita: dall'atto di fede scaturisce la relazione, e dalla relazione discende l'armonia, il rapporto umile con i nostri limiti. Limiti che emergono anche nell'intervento dell'altro relatore del Convegno, Giorgio Locatelli, che nel suo intervento che ha titolato come "la Coscienza del Limite. La pandemia e le sue ricadute", mette in rilievo quanto la società dell'incertezza, indagata dal sociologo Zigmunt Baumann, evidenzi la fragilità dell'essere umano e quanto siano cruciali le relazioni sociali per le premesse di un nuovo umanesimo, riflettendo sui doni che Dio ci ha dato.
Un ritorno ad un tempo che spinge noi stessi ad un superamento delle paure, incertezze, sofferenze, distacchi ed anche, purtroppo lutti, che il periodo storico che viviamo ha dispensato nel nostro mondo.
Ma questo stato di cose ha cancellato la Gratitudine, che deve essere riscoperta come mossa personale e rilancio collettivo, nel sentirci tutti chiamati a cambiare e migliorare come singoli.
E parliamo di quella gratitudine che ha manifestato uno solo tra i dieci lebbrosi evocati nel Vangelo di Luca 17, 11-19.
E questo con l'aiuto di Dio per elidere e superare i nostri limiti ma soprattutto il peccato di egocentrismo, dell'individualismo, dell'effimero, della perdita del "timor di Dio" che finisce per condizionare il nostro vivere e ci induce a ritenerci autosufficienti.
Invece ci accorgiamo nel nostro individualismo quanto siamo fragili e siano fondamentali e necessarie le relazioni sociali, che ci consentono di fronteggiare gli accadimenti della vita senza sentirci soli e rilanciare le nostre potenzialità, appartenendo, partecipando e condividendo.
Gli interventi dei relatori hanno dato poi lo spunto per approfondimenti di gruppo, nell'ambito del convegno sulla domande "cos'è l'armonia e che cosa conta veramente la vita per te?". Tutti hanno portato un contributo per la risposta a questi cruciali quesiti, donando alla nostra famiglia carismatica vari argomenti per una riflessione individuale e collettiva non priva di strumenti di lettura e riflessione del tempo presente.
È giusto ricordare nell'ambito del convegno anche il prezioso intervento di Monsignor Beniamino Pizziol, Vescovo di Vicenza, che accogliendo l'invito della celebrazione dell'Eucarestia per i partecipanti, ha anche voluto rivolgere un saluto indirizzato ai tutti esprimendo toccanti parole di apprezzamento per l'opera svolta dalle Figlie della Chiesa, "in umiltà e silenzio". Si è poi soffermato sull'attività dell'associazione dei "Figli della Chiesa", mostrando di conoscerne i contenuti dallo Statuto, per averli appresi dalla lettura dello Statuto.
Tre giornate intense, che hanno posto i partecipanti davanti a riflessioni sui temi delle relazioni, dell'armonia e della coscienza dei limiti dell'uomo, alla ricerca di uno stile di vita armonico, stile di vita accompagnato dalla presenza della Grazia, che ci indirizza a custodire e coltivare quei doni per edificare e rinnovare la chiesa, tanto cari al pensiero e alle opere della Fondatrice Madre Maria Oliva.