In questo anno Santo della Misericordia papa Francesco partendo dal nome di Dio «misericordioso» ci porta a riflettere sulla nostra identità di «figlie» e «figlie» di Dio. Abbiamo, alla radice del nostro essere ed agire, un Padre sovrabbondante di bontà, che hiama a partcipare alla sua scelta irrinunciabile di amore. Il suo sì all'uomo dice quanto ciascuno di noi è amato ed è atteso, ma anche quanto è insostituibile «incarnatore», nlla storia, del cuore di Dio, che vuole ed opera salvezza.
La fiducia di Dio per l’uomo lo responsabilizza e lo motiva a «farsi carico» del fratello, chiedendogli di non passare oltre davanti a un volto che attende il perdono, a una mano tesa che desidera ricevere una stretta, a un piede che aspetta di essere fasciato, ad un occhio che prega di farsi asciugare le lacrime… Raggiunti dalla misericordia di Dio, siamo da Lui avvolti, accompagnati, trasformati. Così fortificati e alimentati possiamo, a nostra volta, divenire misericordia per gli altri, facendoci operatori di giustizia e di pace, in un modo che elemosina l’amore.
Papa Francesco conducendoci al fondamento del nostro «essere Chiesa» ci sollecita a non avere paura di farci imitatori di Gesù, assumendo i suoi criteri di vita, i suoi pensieri e i suoi sentimenti, per essere buona novella. In un mondo tanto dilaniato dalle guerre, dall’orrore, dall’odio, dalla fame, dall’indifferenza, solo una testimonianza di amore, di coerenza di vita in unità di pensiero e di azione, ha la forza che può umiliare il mondo, pecorella smarrita, facendogli invertire la rotta. Papa Francesco ci lancia, in definitiva, un solo appello: riappropriarci della nostra identità cristiana, per tracciare ogni percorso di unità, di comunione e di condivisione.
Offriamo ai lettori di Ecclesia Mater queste catechesi perché ciascuno possa cogliere dall’anno Santo del Giubileo, l’occasione per lasciarsi sorprendere e amare da Dio, Padre misericordioso, perché la vita possa riprendere il suo orizzonte di pienezza di senso, in lode al Creatore, il solo che può scrivere dritto sulle linee storte delle sue creature.