Benedizione dell'organo: una nuova esperienza

Benedizione dell'organo: una nuova esperienza

Comunità Liturgia Mater Creatoris - Milano (MI) - Italy

Esperienza veramente nuova, vissuta attraverso un nuovo evento a San Raffaele: la benedizione dell’ organo. Aspergeremo e incenseremo il nuovo organo di S. Raffaele, lo strumento musicale che serve per rendere ancora più  solenne, intensa e bella la liturgia che si celebrerà in questa nostra chiesa.

La comunità che frequenta questa Chiesa in san Raffaele, per la prima volta ha potuto godere la bellezza liturgica che trasmette questo strumento. Il Rettore don Enrico Bonacina,  con pennellate da artista ci fa vivere in pienezza questa celebrazione liturgica.

L’organo rientra a pieno diritto in quella concezione secondo la quale la liturgia terrena è immagine della liturgia celeste. Secondo questa concezione, la musica ha la sua origine in Dio stesso e l’armonia umana altro non è che un pallido riflesso dell’armonia celeste.

L'organo da sempre è stato considerato il re degli strumenti musicali, in particolare nella liturgia, perché riprende tutti i suoni della creazione e riesce a dare risonanza alla pienezza dei sentimenti umani, dalla gioia alla tristezza, dalla lode fino al lamento.

Inoltre rimanda al divino, infatti la grande varietà dei timbri dell'organo, dal piano fino al fortissimo travolgente, ne fa uno strumento superiore a tutti gli altri e le varie possibilità dell'organo ci ricordano in qualche modo l'immensità e la magnificenza di Dio.

Questi effetti S. Agostino li rievocava nel suo libro delle Confessioni mentre scriveva:

«Quante lacrime sparsi, sentendomi abbracciare il cuore dalla soave melodia degli inni e dai cantici risonanti nella Tua Chiesa o Signore! Quelle salmodie mi entravano per le orecchie e la verità si versava nel cuore e si destava la fiamma dell'affetto e piangevo di consolazione».

Ecco, la musica come strumento per favorire la fede.

Sicuramente alla conversione di S.Agostino, che lo porta il 24 aprile del 387 ad essere battezzato da Ambrogio proprio qui, di fianco a noi, nel battistero di S.Giovanni alle fonti, ha contribuito in modo rilevante l’ascolto del canto dei salmi e degli inni, nelle liturgie presiedute dal nostro Sant’Ambrogio.

Se infatti la fede nasce sempre dall’ascolto della Parola di Dio, non c’è dubbio che la musica e soprattutto il canto possono conferire alla recita dei salmi e dei cantici biblici una forza comunicativa dirompente.

 

Questa testimonianza di Sant’Agostino ci aiuta a comprendere il fatto che la Costituzione Sacrosanctum Concilium del Concilio Vaticano II in linea con la tradizione della Chiesa, insegna che «il canto sacro, unito alle parole, è parte necessaria ed integrante della liturgia solenne» (n. 112). P

Perché «necessaria ed integrante»?

La musica che il nostro organista esegue stasera e ogni sera non è un accessorio o solo un abbellimento esteriore della liturgia, ma è essa stessa liturgia perché l’organo aiuta l’intera Assemblea a lodare Dio, a far scendere nel profondo del cuore la sua Parola: con la musica e il canto,  sia eseguito delle nostre suore o da una corale, cerchiamo di pregare e far pregare  partecipando al canto e alla preghiera della liturgia che abbraccia l’intera creazione nel glorificare il Creatore.

La celebrazione si è svolta con la solenne celebrazione della divina liturgia del canto del vespro intercalando ogni salmo con l’audizione veva di brani scelti, interpretatida tre giovani con Violino, Cornetto , Violone e Organo

Oltre ad Agostino, mi piace ricordare la celebre esperienza di Paul Claudel, che si immette nella scia dei grandi convertiti francesi, come Chateubriand che con due soli verbi racconta e sintetizza la sua storia di conversione: J’ai pleuré et j’ai cru, (ho pianto e ho creduto): lacrime e fede!

L’organo dunque che stasera benediciamo con i suoi suoni è icona del nostro essere Chiesa.

È uno strumento formato da tante canne, una diversa dall'altra. La varietà e la differente espressione dei registri rappresenta simbolicamente la varietà della Chiesa.

In un organo, le numerose canne e i registri devono formare un'unità. Se qua o là qualcosa si blocca, se una canna è stonata, questo in un primo momento è percettibile forse soltanto da un orecchio esercitato. Ma se più canne non sono più ben intonate, allora si hanno delle stonature e la cosa comincia a divenire insopportabile.

La Chiesa quindi ha una identità sinfonica!

Richiamare questa dimensione di comunione è molto importante. Il dono di questo organo diventa allora per noi tutti un impegno e un costante richiamo a questa unità e comunione alle quali dobbiamo tendere.

Poniamo allora l’organo di S.Raffaele sotto la protezione di S.Cecilia  patrona della musica sacra perché con i nostri canti e la nostra musica possiamo  mettere in atto, in S.Raffaele, ciò che  Johann Sebastian Bach scriveva sul titolo di molte delle sue partiture:

Soli Deo Gloria, dare gloria all’unico e solo Dio.

Nella musica, nel canto e nella preghiera la Comunità di Mater Creatoris, presente da tempo in san Raffaele, condivide con i fratelli e sorelle che desiderano partecipare alla preghiera quotidiana con l’Adorazione Eucaristica e la liturgia delle ore, in rito Ambrosiano, la comunione di fede esprimendo la ricchezza della propria esistenza in modo sempre più nuovo.

Comunità di Mater Creatoris - Mi