Ven, 05 Ago 22 Famiglia Carismatica Vita di istituto
Nell’anniversario del dono del Carisma alla Madre fondatrice, il 22 maggio 2019, nella chiesa di S. Maria Madre della Chiesa in Roma, ho potuto finalmente emettere i voti privati come presbitero Figlio della Chiesa secondo lo Spirito di Madre Maria Oliva e per essere accolto nella Famiglia carismatica. Subito dopo ci sono stati gli anni della pandemia con le relative chiusure per cui non ho potuto dare corso al desiderio di compiere il “viaggio storico”, verso i luoghi delle origini della vicenda storica della Madre Fondatrice e dell’Opera da lei scaturita. Ho dedicato dunque una settimana, dal sabato 30 luglio al venerdì 5 agosto 2022, per questo pellegrinaggio che definisco un vero itinerario spirituale. Come filo rosso che ha legato un po’ tutta la mia permanenza in Veneto è stata la presenza della Madonna di Monte Berico, che mi ha accompagnato col suo materno sorriso rassicurante e che mi ricorda quanto abbia aiutato la Fondatrice in momenti difficilissimi. La casa delle suore di Vicenza, Mater Amabilis, è stata come il campo base e l’accoglienza fraterna delle suore della comunità mi ha dato modo di conoscere sempre meglio vari aspetti del Carisma.
Da lì ho raggiunto la comunità di Castelnovo, cioè l’infermeria, all’inizio pensata per i genitori anziani delle suore ed oggi luogo dove le suore molto anziane e ammalate vengono curate non solo dal personale sanitario qualificato, ma soprattutto sono circondate dalla tenerezza delle loro sorelle più giovani: vero e proprio capolavoro di carità e di squisita umanità a cui la Madre Fondatrice ha dato impulso.
Il lunedì l’ho dedicato a Castelfranco Veneto, il luogo della nascita di Madre Maria Oliva; ho sostato a lungo nella chiesa della Pieve presso il fonte dove è stata battezzata e poi nella piazza Giorgione, ripercorrendo idealmente i momenti di quella processione del 22 maggio 1913. Ho raggiunto poi la realtà di Treviso, la cosiddetta Betlemme delle Figlie della Chiesa, il primo convento dove ho visto la stanzetta della Fondatrice che è ancora com’era quando lei era in vita.
Il mio viaggio si è arricchito anche della bellezza dell’arte che ho potuto ammirare in diversi contesti ma soprattutto a Venezia; penso che l’amore per l’arte di Maria Oliva derivi anche dall’essere stata circondata da tutti questi capolavori. A Venezia non è mancato un ricordo particolarmente significativo per la nostra storia: ho avuto la gioia di passare davanti alla chiesa di san Maurizio proprio il 2 agosto dove, nel 1946, la nostra Fondatrice smise l’abito di Madre Canossiana, vestì l’abito di Figlia della Chiesa ed emise in quanto tale i voti. Oggi è museo della musica e per giunta l’ho trovata chiusa, ma non importa: sento la presenza della Madre che mi accompagna.
L’ultima tappa del mio giro si conclude a Mestre, sulla tomba di Olga. La sua immagine è quella della prima Figlia della Chiesa che ho visto, perché quando ero molto piccolo in casa mia circolava un libretto che sicuramente avevano portato le Figlie della Chiesa di Siracusa in un giro di diffusione della buona stampa. Trovo significativo che il mio viaggio storico si concluda qui: in Olga e in tutto ciò che la Madre Fondatrice ci ha lasciato di lei con il testo “Fiore di Passione” ovvero con il sunto “Olga della Madre di Dio”, c’è come tutta la particolarità del Carisma che al fondo è proprio la partecipazione alla Passione di Cristo.
Un passaggio mi sta sempre fisso nell’anima e mi aiuta in certi momenti. Durante la sua malattia ormai completamente invalida sul letto dell’ospedale diceva a madre Oliva: «Come Gesù ripeto: “Per quest’ora sono venuta nel mondo, e cosa dirò: salvami da quest’ora?”. Accetto ed offro la mia sofferenza [… ]; so che proprio questa opera è più di tutte le cose che potrei fare da sana». Cito a memoria, ma è quello che ho nel cuore. Questo è essenzialmente ciò che significa conoscere, amare e servire la Chiesa.
Chiedo la grazia di poter condividere con tanti altri presbiteri il fascino e l’attualità di questo Carisma perché questo momento storico ha bisogno proprio di questa radicalità di amore e di testimonianza della Chiesa.
Grazie sorelle tutte che in questi giorni mi avete con la vostra vita e testimonianza confermato nel desiderio di essere un presbitero Figlio della Chiesa.
Don Ambrogio Giuffrida