Dom, 26 Gen 20 Figlie della Chiesa Vita di istituto
Oggi, 26 gennaio 2020, alcune delle sorelle della Comunità di Mater Amabilis (Vicenza) sono state presso la comunità delle Madri Canossiane a "Casa Charitas" di Schio (VI) per collocare nella stanza in cui la nostra Fondatrice, Maria Oliva Bonaldo, scrisse i "33 foglietti", una targa-ricordo di quel momento per noi Figlie della Chiesa tanto prezioso.
Come sosteneva P. Valentino Macca, i "33 foglietti" "costituiscono il commento più qualificato alle Costituzioni, che ne dipendono essenzialmente. E, soprattutto, sono un ritorno alle sorgenti di quello Spirito, la cui accoglienza è segreto di fedeltà,di vita, di gioia" e sono da sempre considerati dalla Fondatrice il nostro primo "Statuto".
L'accoglienza che le Madri Canossiane ci hanno riservato è stata come sempre familiare e gioiosa e la loro disponibilità ci testimonia quanto la stima e la riconoscenza fra di noi continui ad essere grande.
Ricordare ì "33 foglietti" con questa targa è stata occasione di ringraziamento al Signore per il dono che Madre Maria Oliva Bonaldo è stata sia per loro, come sorella e madre canossiana, sia per noi, come madre e Fondatrice della nostra Famiglia, consapevoli che tutto quello che lei è stata e che ha fatto in entrambe le Famiglie Religiose è stato sempre e solo per la gloria del Padre e per il bene della Chiesa.
Ora, a "Casa Charitas", c'è ufficialmente un pò di noi!
Di seguito, uno stralcio delle parole della Fondatrice:
7 settembre1934.
Avevo sognato a occhi chiusi e occhi aperti questa vigilia del Natale di Maria che mi avrebbe offerto la possibilità di presentare alla Madre di Dio, nel Santuario di Monte Berico, la nostra piccola opera, tutta ancora di desiderio, espressa in trenta foglietti di carta.
Dopo circa vent'anni di speranze e contraddizioni non era poco. Le due Autorità, l'Ecclesiastica e la Religiosa, da cui non avevo avuto che rifiuti o concessioni parziali, si erano finalmente accordate nell'ordinarmi, la prima, e nel permettermi, la seconda, di scrivere il mio pensiero sul progetto di cui ero vissuta, per cui avevo sofferto e a cui non potevo pensare senza sentirmi tutta rinvigorire perfino nel corpo malato.
Sebbene febbricitante ero così riuscita a scrivere senza stancarmi, come mi era stato imposto, e dopo quel solo mese di cura ridiscendevo temprata per l'insegnamento. Il fervore a lungo compresso aveva dato ali alla mia penna e il Signore mi aveva evidentemente aiutata, perché nell'ansia di esprimere con le parole di Dio i desideri troppo grandi del cuore, avevo aperto più volte la Sacra Scrittura che ignoravo, e avevo subito trovato l'espressione corrispondente al mio pensiero" (Fiore di passione, pp 11-12).