Avvento - L’attesa è di Dio

Avvento - L’attesa è di Dio

Mar, 22 Nov 22 Formazione liturgica

“Ora egli viene incontro a noi in ogni uomo e in ogni tempo, perché lo accogliamo nella fede e testimoniamo nell’amore la beata speranza del suo regno”. (dal II° Prefazio di Avvento). Il tempo dell’Avvento è dato per risvegliare in noi la consapevolezza che il Signore si muove oltre il tempo e lo spazio, Lui precede ogni nostro andare; scende fin nell’abisso più profondo, attraversa strade battute da uomini e donne, calpesta sentieri, naviga deserti e mari, oltrepassa confini, montagne e granelli di polvere. Dio ci visita nei frammenti di quanto vive nelle nostre realtà!

Ovunque l’Infinito di Dio si impasta nel nostro finito, il divino si mescola con l’umanità, l’Irraggiungibile si fa vicino, l’Invisibile si fa toccare, ascoltare, mangiare. Potremmo continuare in questa litania dei paradossi, ma le parole si arrendono dinanzi al Silenzio che fa intuire l’inesprimibile. C’è una teologia del cuore che fa percepire e afferrare il Mistero della fede: Dio viene incontro ad ogni uomo! E noi lo incontriamo nella misura in cui, sebbene con un palpito, un battito di cuore, un cenno di assenso, la tenerezza improvvisa, lo lasciamo entrare nella nostra vita.

L’attesa è di Dio che mendica uno sguardo, raccoglie tormenti e passioni.

L’attesa è di Dio che anticipa ogni speranza, esattamente come il suo amore ci raggiunge sempre per primo (Benedetto XVI).

L’attesa è di Dio che si fa piccolo annientandosi fino a diventare incomprensibile nei nostri perché?

Sì, l’Onnipotente, benedetto Egli sia, si è messo in "avvento" di ciascuno, ponendosi alla soglia, ci cerca con la discrezione di chi bussa senza forzare… di chi attende dall’alba chiara fino alla notte dalle insondabili solitudini. C’è una vecchia canzone che si ascolta sempre volentieri: E ti vengo a cercare, di F. Battiato… Ascoltandola, penso che possiamo ricomprendere di essere cercatori di eternità perché siamo stati cercati per primi; la nostalgia di Dio, per l’uomo, è inquietudine che cerca le sue radici primordiali.

Con il canto Maranathà! Vieni, Signore Gesù! riscopriamo il desiderio di cieli nuovi, terre nuove, nuovi equilibri personali e mondiali… Maranathà diventa l’implorazione della Chiesa, di ogni comunità o famiglia o singolo che sia!