Che cos'è l'Immacolata Concezione? Che cosa si festeggia esattamente l'8 dicembre?

Che cos'è l'Immacolata Concezione? Che cosa si festeggia esattamente l'8 dicembre?

Mer, 07 Dic 22 Formazione liturgica

L’8 dicembre 1854 Pio IX proclamava solennemente che «La beatissima Vergine Maria, fin dal primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente e in vista dei meriti di Gesù Cristo, Salvatore del genere umano, fu preservata immune da ogni macchia di peccato originale».

La Chiesa quindi crede con certezza che la Vergine, in forza della redenzione operata dal suo Figlio, fin dal primo istante della sua esistenza è stata avvolta con il dono della grazia divina e, di conseguenza, non è mai stata toccata dal peccato originale, che purtroppo tutti noi abbiamo ereditato da Adamo.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II lo riafferma chiaramente: «Maria, congiunta alla stirpe di Adamo con tutti gli uomini bisognosi di salvezza, fu redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo».

Questa verità dogmatica, tuttora non condivisa dai fratelli ortodossi e protestanti, si è chiarita nella Chiesa cattolica attraverso un lungo e travagliato percorso storico di riflessione sulla Divina Rivelazione. 

L’Immacolata e la Chiesa
La Concezione Immacolata di Maria interessa tutta la Chiesa, chiamata ad essere la sposa di Cristo, tutta gloriosa, senza macchia né ruga, santa ed immacolata (Cfr. Ef 5,25); e a diventare la città santa, la nuova Gerusalemme pronta come la sposa adorna per il suo sposo (Cfr Ap 21,2). In questo evento essa vede il momento inaugurale della grazia di Cristo sulla terra, l’inizio della piena attuazione del piano salvifico di Dio, la cui finalità è costruire un regno di grazia e santità.

In questo inizio prodigioso la Chiesa ammira il frutto più grande della Redenzione, l’esordio della nuova creatura in Cristo, la terra vergine delle origini. La Concezione Immacolata, quindi, e l’esistenza stessa di questa creatura mai contagiata dal peccato e sempre ripiena di Dio, ci parlano della nostra vocazione personale; dischiudono agli occhi della nostra contemplazione quel destino di grazia e di gloria che è comune a tutta la Chiesa: l’Immacolata anticipa la meta a cui tutti siamo chiamati.

L’Immacolata e l’Avvento
I testi liturgici evidenziano, infine, che anche noi siamo implicati nel mistero celebrato e fanno esplicito riferimento all’Avvento e alla sua spiritualità di attesa e preparazione alla venuta del Signore. Noi tutti dobbiamo essere solidali con la Vergine Immacolata (anche se non possiamo mai raggiungere la sua pienezza di grazia), allo scopo di accogliere degnamente il Signore che viene: lei a livello storico duemila anni fa, noi a livello misterico-sacramentale nel giorno del Natale ed in quello escatologico-finale del suo ritorno glorioso.

Letto in questa luce, il privilegio concesso a Maria non allontana la Figlia di Sion dalla Chiesa e dal Popolo di Dio. Per tutti i fedeli la liberazione dal peccato originale è un fatto compiuto: anche loro, per gli stessi meriti di Cristo, in virtù della fede nella morte-resurrezione di Cristo e attraverso il segno dell’acqua, sono stati liberati dalla stessa macchia da cui la Vergine fu preservata. La liberazione battesimale è, in certo senso, modellata sull’evento di grazia e di preservazione che fu il Concepimento Immacolato di Maria.

Rinati e recuperati dallo Spirito, impegnati nella vita di fede e nella sequela di Cristo, quali nuove creature morte al peccato e viventi nella grazia divina, troviamo nella Vergine Immacolata il modello dell’autentico cammino spirituale, fatto di purificazione impegnata e di santità totale.

Vivere nella pienezza di grazia
La festa dell’Immacolata ci richiama, in definitiva, al dovere di condurre una vita irreprensibile e lontana dal peccato, alla costante lotta che ognuno di noi deve ingaggiare contro il potere del male; lotta dalla quale, con la grazia di Dio, dobbiamo uscire vittoriosi, per essere e restare puri, immacolati e santi al suo cospetto.

In questa lotta senza confine, infatti, il verdetto di Dio è a favore dell’uomo: mentre abbandona il serpente alla sua maledizione, Egli si prende premurosa cura dell’uomo e specifica che concederà una benedizione di salvezza all’umanità: Eva e la sua discendenza schiacceranno per sempre il capo del serpente infernale. (Gn 3, 13-15). Questa benedizione, secondo S. Paolo (Ef 1, 3-14), si realizza pienamente in Cristo, redentore e prototipo di vita filiale; e da Lui, come da inesauribile sorgente, si riversa sulle creature.

In Maria Immacolata, piena di grazia e Madre di Dio, si realizza, a modello di tutti, la vocazione salvifica dell’uomo; in Lei il Padre mostra attuato il suo piano di salvezza; in Lei, prima creatura nata dalla benedizione in Cristo nello Spirito, brilla lo splendore della figliolanza divina che permette all’uomo di chiamare Dio “Abba”, Padre.

Colmata dal supremo favore divino, la Vergine Immacolata ci resta, quindi, vicina: ci mostra il fascino della vita in Dio e ci invita, con la trasparenza pura, immacolata e luminosa del suo volto di semplice donna che ne ha trovato il favore, ad accogliere nella fede, nell’amore e nell’assidua sequela scevra dal peccato, il Signore Gesù, nel quale è ogni benedizione in cielo e in terra.