Gio, 15 Dic 22 Formazione liturgica
La novena di Natale, momento che per tradizione molte parrocchie vivono, non è una preghiera ufficiale della Chiesa; è una celebrazione popolare che lungo i secoli ha affiancato la liturgia, diventando parte importante del percorso verso il Natale. Essa è infatti un momento significativo per le comunità cristiane: per i bambini, per ogni fedele è un invito a fermarsi e attendere in preghiera la nascita di Gesù. È bene che sia vissuta dando spazio al canto, ai segni, alla riflessione, ma soprattutto alla Parola di Dio. Si celebra nei nove giorni precedenti la solennità del Natale, dal 16 al 24 dicembre.
La Novena di Natale ha una tradizione molto antica; il suo nome deriva dal fatto che viene celebrata nove giorni prima del Natale di Gesú. Fino al Concilio Vaticano II si celebrava in latino, poi il Concilio ha sollecitato le traduzioni nelle diverse lingue. Le novene «si sono sviluppate nella pietà occidentale del Medioevo e dell'epoca moderna per coltivare il senso della fede e della devozione verso il Signore, la Vergine, i Santi, in un momento in cui il popolo rimaneva lontano dalle sorgenti della Bibbia e della liturgia o in cui, comunque, queste sorgenti rimanevano chiuse e non nutrivano la vita del popolo cristiano» (J. Castellano).
La Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti nel Direttorio su pietà popolare e liturgia (2002) la descrive molto bene al n. 103: La novena del Natale è sorta per comunicare ai fedeli le ricchezze di una Liturgia alla quale essi non avevano facile accesso. La novena natalizia ha svolto effettivamente una funzione salutare e può continuare ancora a svolgerla. Tuttavia nel nostro tempo, in cui è stata resa più agevole la partecipazione del popolo alle celebrazioni liturgiche, sarà auspicabile che nei giorni 17-23 dicembre sia solennizzata la celebrazione dei Vespri con le “antifone maggiori” e i fedeli siano invitati a parteciparvi. Tale celebrazione, prima o dopo della quale potranno essere valorizzati alcuni elementi cari alla pietà popolare, costituirebbe un’eccellente “novena del Natale” pienamente liturgica e attenta alle esigenze della pietà popolare. All’interno della celebrazione dei Vespri si possono sviluppare alcuni elementi già previsti (es. omelia, uso dell’incenso, adattamento delle intercessioni).
In alcuni luoghi questa celebrazione avviene mentre è ancora notte, prima delle luci dell’alba; in molti altri posti si compie di sera, dopo il tramonto. La collocazione temporale di questa celebrazione porta già in sé il significato più profondo della stessa novena: tempo di veglia e di attesa vigilante del sorgere della luce, che per noi credenti è Cristo. Gesù viene come “luce nuova all’orizzonte del mondo” e “risplende su tutta la nostra vita” (Mercoledì dopo l’Epifania). Possiamo celebrare il Natale solo se ci lasciamo “avvolgere da questa nuova luce”, ed essa “rifulge nel nostro spirito” e “risplende nelle nostre opere” (Messa dell’aurora).
Lo sviluppo di tale devozione si è ampliato con San Francesco d'Assisi, che ha molto incoraggiato la devozione al Dio Bambino, quando nell'anno 1224 celebrò un devoto e pittoresco Natale a Greccio (Umbria). Storicamente però gli inizi di questa devozione si riscontrano già ai tempi del Concilio di Toledo del 694, in cui questa pratica si menziona per la prima volta, e nel XVII secolo la devozione comincia a diffondersi ampiamente anche fuori dalla Spagna. La forma che è entrata nella tradizione sino ai giorni nostri risale al Natale del 1720, quando a Torino, nella Chiesa dell’Immacolata, esordì con la struttura liturgica accuratamente elaborata da padre Vacchetta, sacerdote vincenziano morto in odore di santità.
Il significato della Novena di Natale. Le profezie della nascita di Gesù sono tratte da brani dell'Antico Testamento e particolarmente dal profeta Isaia. In esse è espresso non solo il profondo desiderio messianico che Dio si faccia presente sulla terra, ma in maniera espressiva viene cantata la supplica per la venuta di Gesù, l'eterno Presente nella storia degli uomini. Varie sono le metafore che alimentano la gioia dell'attesa nella Novena: Gesù verrà come luce, come pace, come rugiada, come dolcezza, come novità, come re potente, come dominatore universale, come bambino, come Signore giusto. La Novena vuole suscitare un atteggiamento di fede profonda nel credente: imparare ad adorarLo in spirito e veritá!
Il primo senso della Novena di Natale è di tipo Allegorico; tale preghiera è infatti frutto della tradizione e ispirata al tempo in cui gli Apostoli pregarono incessantemente con Maria, nel Cenacolo, per tutti i nove giorni dopo l’Ascensione del Signore Gesù al cielo, fino alla discesa dello Spirito Santo a Pentecoste.
L’ingresso nella Novena di Natale rimanda anche ad un senso mistagogico dell’attesa: un gesto di affezione in cui la Chiesa si stringe a Maria per contemplare il mistero dell’Incarnazione del Verbo.
Il valore spirituale della Novena. È un tempo di ringraziamento e di adorazione all’Onnipotente che si è fatto conoscibile, Salvatore di ogni uomo, ed anche un tempo di invocazione e di preparazione, affinché l’umanità non manchi di accogliere il Verbo di Dio che si é fatto uomo nel grembo verginale di Maria.
La Novena, inoltre, riscopre nell'Antico Testamento le profezie della Nascita di Gesù, nelle quali è espresso il profondo anelito messianico dell’umanità in attesa di Cristo, centro e riferimento di tutto l’anno liturgico. Egli, con la venuta sulla terra, conferma l’eterna Sua presenza nella storia degli uomini.
Nell’invocare la Sua venuta, cantiamo con forza e gioia
Regem venturum Dominum, venite adoremus!