Le Antifone O

Le Antifone O

Ven, 16 Dic 22 Formazione liturgica

Dal 17 al 23 dicembre viviamo i giorni che precedono immediatamente il Natale: la Chiesa li celebra con particolare ed intensa attesa e pone sulla bocca dei fedeli un’invocazione che è quasi un grido, per chiedere al Signore di affrettare la sua venuta.

Si tratta delle Antifone cosiddette “O” perché tutte cominciano con questa esclamazione. La liturgia del rito romano ne conosce sette, una per ciascuna delle sette “ferie maggiori” e tutte si rivolgono a Gesù Cristo.

Troviamo questa invocazione sia nella celebrazione eucaristica, come versetto alleluiatico prima della proclamazione del Vangelo, sia nella Liturgia delle Ore, nella celebrazione dei Vespri, come antifona al Magnificat.

È una serie di invocazioni messianiche che implorano Colui che è stato promesso nell’Antico Testamento come Salvatore; infatti i testi riecheggiano le grandi profezie messianiche. Ogni antifona poi si conclude con la supplice richiesta: Vieni! Grido che la Chiesa innalza al suo Signore già come ultima Parola del libro dell’Apocalisse: Vieni, maranathà!!

Percepiamo il soffio di questa Voce e camminiamo nello Spirito della Chiesa che ci è Madre e Compagna nella ricerca amorosa del Volto di Gesù; da Lei e in Lei percepiamo il sussurro tenero e forte del Signore. Al respiro delle Antifone uniamo il nostro, in attento ascolto del suo passo che si avvicina… 

Non si conosce l’autore di queste antifone, però dalla bellezza e semplicità dei testi si intuisce che conosce l’intimo segreto dello stupore, gradisce il profumo delle parole, essenza di lode e meraviglia! Ciascuno di noi, contemplando con il cuore colmo di meraviglia il Mistero del Natale, potrebbe scrivere le sue antifone di gioia, come fanno i bambini ammirando il presepe. Ohhhh!

I - 17 dicembre O Sapienza, che esci dalla bocca dell’Altissimo, ti estendi ai confini del mondo e tutto disponi con soavità e con forza: vieni, insegnaci la via della saggezza.

 O Sapienza, figlio bambino atteso nei travagli di questo tempo che scorre tra la vita e la morte. Noi qui, navigatori di speranza, aspettiamo di vederti spuntare.

O Sapienza! Sette colonne di cedro odoroso; Tempio che dà senso al nostro desiderio di Eterno. Vieni! Sei tu che appaghi la ricerca di un Tu in cui ritrovarci!

 

II - 18 dicembre O Signore, guida della casa di Israele, che sei apparso a Mosè nel fuoco del roveto e sul monte Sinai gli hai dato la legge: Vieni a liberarci con braccio potente. 

Nella notte del tempo che è stato, dal seno del Padre, la Parola ha preso fuoco, un guizzo di luce a dipanare le trame delle tenebre… Un suono… polline d’amore gravido…

Vieni tu a liberarci dall’inganno che ci coglie di cercarti dove non sei!

 

III - 19 dicembre O Germoglio di Iesse, che t’innalzi come segno per i popoli: Tacciono davanti a te i re della terra e le nazioni t’invocano: vieni a liberarci, non tardare.

O primizia di ogni radice, ceppo giovane; sono muti i potenti, non hanno respiro nelle trappole dei loro orgogli. I confini t’invocano, zolle di umanità dagli occhi imploranti…

Vieni a liberarci, non tardare!

 

IV - 20 dicembre O chiave di Davide, scettro della casa d’Israele, che apri e nessuno può chiudere, chiudi e nessuno può aprire: vieni, libera l’uomo prigioniero che giace nelle tenebre e nell’ombra di morte. Tu apri il desiderio di pace, la sete d’infinito, le cime di sogni mai sopiti… Nessuno può chiudere le vie nascoste del cuore…

Vieni, libera l’uomo dalle grate del male, dall’ombra del sospetto!

 

V - 21 dicembre O Astro che sorgi, splendore della luce eterna, sole di giustizia: Vieni, illumina chi giace nelle tenebre e nell’ombra di morte.

Quanto deve cercarti ancora l’anima mia? Quanto lunga è l’attesa dell’Atteso! Nelle mie notti ti ho cercato, ho fatto il giro della città; nelle piazze ho camminato, cervo solitario, affamata di te che sei Presente sempre oltre…

Vieni, Astro che sorgi nel mio eremitaggio, vieni e illumina chi dorme in questo buio di luci accecanti di suoni e parole… Vieni, Parola amante!

 

VI - 22 dicembre O Re delle genti, atteso da tutte le nazioni, pietra angolare che riunisci i popoli in uno: Vieni, e salva l’uomo che hai formato dalla terra. 

Signore Unico della storia, dona solidità a questa umanità fragile. Sei Tu il vasaio paziente che infonde passione all’argilla… Sette colonne di alabastro prezioso tu sei…

Vieni, e salva l’uomo che la terra ha plasmato!

 

VII - 23 dicembre O Emmanuele, nostro re e legislatore, speranza e salvezza dei popoli: vieni a salvarci, o Signore nostro Dio.O Emmanuele, Soffio del Padre, respiro primigenio, brezza che avvolge e ricopre… Vieni a salvarci, rompi i nostri steccati di paure…

Vieni, e rendici liberi come profumo, silenzio danzante…

Quando sorgerà il sole, vedrete il Re dei re: Come lo sposo che esce dalla stanza nuziale, egli viene dal Padre.

Da dove vieni, Re dei re, suonatore di flauto… bagnato di rugiada… Hai il volto dello stupore! ma davvero tu sei il Figlio che dona senso al mio fiato sospeso? Sei tu lo Sposo che esce dal giardino degli aromi? Sei tu, carico di passione, che esce dalla stanza nuziale? Attesa… in questo breve sabato del tempo. Sette colonne fra terra e Immenso tu sei, Salterio senza tramonto, canto che nutre il Ritorno di te!