Quaresima: un tempo favorevole

Quaresima: un tempo favorevole

Ven, 17 Feb 23 Formazione liturgica

La pedagogia della Quaresima ci invita a iniziare questo tempo con un gesto che si ripete di anno in anno; iniziamo con un grumo di polvere sulla testa che ci segna con tutta la sua forza: Convertiti e credi al Vangelo! Scende sulla nostra testa come gocce di pioggia leggera e da quella frazione di secondi Dio ricomincia nuovamente un itinerario con noi, si pone al fianco di ciascuno per intraprendere ancora una volta il cammino in salita verso Gerusalemme.

Nei tempi liturgici cosiddetti forti, la ripetizione è una costante che mai invecchia né si corrompe; essa non è un semplice e puro ricordo di cose del passato, è presenza di Gesù stesso, che è sempre vivo e operante in mezzo a noi, in ogni azione liturgica.

L’anno liturgico infatti celebra e attualizza i Misteri di Cristo rendendoli presenti nell’oggi della celebrazione; per questo la Quaresima ha una valenza sacramentale, perché contiene una grazia speciale: la nostra conversione! L’orazione sulle offerte, nella prima domenica di Quaresima, ce ne parla come di un «tempo favorevole per la nostra salvezza».

Questo cammino quaresimale, personale e comunitario, ha il suo vertice nella Veglia Pasquale, quando i catecumeni ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana e quando tutti noi fedeli, rinnovate le promesse battesimali, veniamo aspersi con l’acqua benedetta. Il cammino dalla cenere all’acqua ha un valore simbolico significativo da tenere bene in vista … Il fuoco nuovo della notte di Pasqua riduce in cenere ogni nostra paura, qualunque mancanza: tutto viene trasformato dall’azione rigeneratrice dell’acqua che ci fa creature nuove!

La Costituzione liturgica del Concilio Vaticano II stabilisce che “sia posto in maggiore evidenza il duplice carattere della Quaresima” (Sacrosanctum Concilium, 109), cioè il carattere battesimale e quello penitenziale.

Tutti i testi liturgici di questo Tempo sono intrisi di una profonda fiducia nella misericordia del Padre, sono un autentico farmaco per il cammino spirituale di ciascuno. La Colletta del mercoledì delle ceneri ci fa pregare: “Concedi al popolo cristiano di iniziare un cammino di vera conversione, per affrontare vittoriosamente con le armi della penitenza il combattimento contro lo spirito del male.

Siamo sospesi tra incertezze e rischi … Questo tempo liturgico che inizia, comincia con una nota di speranza, di cui ci parla Paolo: Al momento favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho soccorso. Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! (2Cor 5,20-6,2).

Senza fare necessariamente richiamo a tutte le calamità di questi tempi, dobbiamo dire che la nostra esistenza è continuamente esposta a difficoltà e fragilità di ogni tipo. Tuttavia le nostre fragilità e debolezze, i limiti di ciascuno, possono trasformarsi in occasioni di crescita: è a partire da ogni ferita che la fragilità si trasforma in forza, per sé e per gli altri.

La fragilità non è quindi solo sinonimo di vulnerabilità, insicurezza, debolezza, ma anche spiraglio che ci apre alla sensibilità, altruismo, coraggio …

Così dice il Signore: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori” (Mc 2,17). È una parola che dona speranza, fa riprendere coraggio e spinge ciascuno a rimettersi in cammino. Il Signore si è impegnato con la nostra esistenza, così com’è, per ridonarci vita; una vita che per quanto travagliata può sempre alzare il capo, riprendere fiato e scorgere che, al di là di ogni tentazione e combattimento, la Parola di Dio ascoltata, celebrata e messa in pratica risana la nostra vita dal di dentro. Ce lo conferma l’orazione Colletta, che invoca:

O Dio, che conosci la fragilità della natura umana ferita dal peccato, concedi al tuo popolo di intraprendere con la forza della tua Parola il cammino quaresimale, per vincere le seduzioni del maligno e giungere alla Pasqua nella gioia dello Spirito.

Le malattie ci sono, le epidemie anche, la paura è spesso in agguato, oggi come nei secoli che si sono succeduti … Un noto scrittore sociologo, Zygmunt Bauman, nel suo libro La paura liquida (Ed. Laterza), scrive: "La paura più temibile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di una causa chiara; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente. Paura è il nome che diamo alla nostra incertezza, alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c'è da fare. Credevamo che nella modernità saremmo riusciti a lasciarci alle spalle le paure che avevano pervaso la vita in passato; credevamo che saremmo stati in grado di prendere il controllo della nostra esistenza" … Così non è.

Quando tutto sembra difficile da risolvere nella nostra vita personale e comunitaria, il Signore ci invita ancora una volta ad alzare il capo! La quaresima inizia con una chiamata alla conversione. È il tempo in cui la liturgia cerca che i fedeli vivano l'esperienza del figlio prodigo che, scoprendo la sua situazione, riflette e desidera tornare a casa di suo padre: “Mi alzerò e andrò da mio Padre e dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non merito più di chiamarmi tuo figlio” (Lc 15, 18-19)…

Perché questo ritorno alla casa paterna diventi una realtà, è necessario confidare nella misericordia di Dio, nel perdono divino, frutto della bontà di un Padre che è Amore infinito. Non può esserci penitenza senza misericordia, non può esserci conversione senza perdono.

In qualunque parte del mondo ci troviamo, non siamo soli! Tutta la Chiesa si è data appuntamento alla soglia di quel deserto, già sperimentato da Gesù … Il deserto, oltre ad essere un luogo definito, è per noi uno spazio interiore da vivere; contesto che richiama essenzialità delle cose, sobrietà di parole e nutrimento di silenzio. Abitare il deserto è ricerca di tragitti interiori a noi sconosciuti; è attingere a sorgenti nuove per riprendere contatto con la nostra verità e la nostalgia di una sapienza di cui abbiamo sete. Abitare il deserto come apprendistato a tacere, a dare la parola, a non dire sempre l’ultima …

Viviamo nella società del rumore, della connessione permanente, delle immagini. In questa continua “gettonatura” acustica, è difficile trovare spazi di ascolto. Il deserto ci educa ad andare contro corrente, a non assuefarci alle sicurezze, a non dare per scontato nulla.

I poveri delle estreme periferie di questo mondo conoscono bene cosa significa vivere quaresime permanenti, con digiuni prolungati, silenzi di attese e speranze inespresse. I poveri sono una lectio vivente circa il digiuno, il silenzio, l’elemosina … Senza molte parole e programmi suggeriscono come tradurre in concreto il Vangelo di Gesù.

La liturgia del tempo quaresimale è inoltre caratterizzata da un binomio significativo: Penitenza e Misericordia. Una coppia ben consolidata, che da sempre desidera immergersi nell’umanità per trasformarla; non vestendo abiti da lutto, ma indossando quanto è necessario per incamminarsi verso la Pasqua di Gesù. La Quaresima è un percorso che invita alla conversione, al cambiamento; una trasformazione che punta soprattutto verso l’interiorità di ciascuno. Per questo sono fondamentali la presenza e l'assistenza dello Spirito Santo, lo stesso che ha condotto Gesù nel deserto (Mt 4,1), quel deserto che ci permetterà di fare i conti con noi stessi, quella parte di noi che molte volte non vogliamo affrontare.

All’inizio di questo viaggio quaresimale con l’imposizione delle ceneri, riconosciamo tre punti fondamentali: primo, che c'è qualcosa che dobbiamo cambiare; secondo, che abbiamo il desiderio di farlo; terzo, che Gesù è colui che ci aiuta in questo itinerario di 40 giorni!

Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio (Antoine de Saint-Exupery).

CEI - Sussidio liturgico Quaresima - Pasqua 2023

Messaggio per la Quaresima 2023 di Papa Francesco