Mer, 31 Mag 23 Formazione liturgica
L’itinerario cristiano procede sempre sotto lo sguardo misericordioso della Trinità Santissima: la solennità ci fa contemplare la bellezza dell’eterna e misteriosa comunione tra Padre, Figlio e Spirito Santo.
Questa festa nasce nell’epoca carolingia, come devozione privata alla Santissima Trinità, e fin dal secolo X alcune Chiese hanno già una festa a parte, che viene accolta anche in Gallia ed in Germania. Papa Giovanni XXII l’approva nell’anno 1334 e si diffonde in tutta la Chiesa seguendo la decisione del precedente Sinodo di Arles (1263), in cui si raccomanda di celebrarla la prima domenica dopo la Pentecoste. Di fatto ha mantenuto questa collocazione anche dopo la riforma del Messale.
Il testo del Prefazio della solennità sintetizza il mistero celebrato :
È veramente cosa buona e giusta,
nostro dovere e fonte di salvezza,
rendere grazie sempre e in ogni luogo a te,
Signore, Padre santo,
Dio onnipotente ed eterno.
Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo
sei un solo Dio, un solo Signore,
non nell'unità di una sola persona,
ma nella Trinità di una sola sostanza.
Quanto hai rivelato della tua gloria,
noi lo crediamo, e con la stessa fede, senza differenze,
lo affermiamo del tuo Figlio e dello Spirito Santo.
E nel proclamare te Dio vero ed eterno,
noi adoriamo la Trinità delle Persone,
l'unità della natura,
l'uguaglianza nella maestà divina.
Gli Angeli e gli Arcangeli, i Cherubini e i Serafini,
non cessano di esaltarti uniti nella stessa lode:
Santo, Santo, Santo!...
La grande mistica francese dell'Ordine dei carmelitani scalzi Elisabetta della Trinità (nata ad Avord il 18 luglio 1880 e morta a Digione il 9 novembre 1906, proclamata santa da papa Francesco nel 2016) ha composto una preghiera alla Trinità che possiamo fare nostra:
Mio Dio, Trinità che adoro, aiutatemi a dimenticarmi interamente, per fissarmi in voi, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell'eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da voi, mio immutabile Bene, ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del vostro mistero.
Pacificate la mia anima, fatene il vostro cielo, la vostra dimora preferita e il luogo del riposo; che io non vi lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede, tutta in adorazione, tutta abbandonata alla vostra azione creatrice.
O mio amato Cristo, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa del vostro Cuore; vorrei coprirvi di gloria e vi chiedo di rivestirmi di Voi stesso, di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della vostra Anima, di sommergermi, d'invadermi, di sostituirvi a me, affinché la mia vita non sia che un'irradiazione della vostra vita. Venite nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore.
O Verbo Eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarvi; voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da voi. Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre Voi e restare sotto la vostra grande luce.
O mio Astro amato, incantatemi, perché non possa più uscire dallo splendore dei vostri raggi.
O Fuoco consumatore, Spirito d'amore, scendete sopra di me, affinché si faccia della mia anima come un'incarnazione del Verbo, ed io sia per Lui un'aggiunta d'umanità nella quale Egli rinnovi tutto il suo mistero.
E Voi, o Padre, chinatevi sulla vostra piccola creatura, copritela con la vostra ombra, e non guardate in lei che il Diletto nel quale avete riposto tutte le vostre compiacenze.
O miei TRE, mio Tutto, mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo mi consegno a Voi come una preda. Seppellitevi in me, perché io mi seppellisca in Voi, in attesa di venire a contemplare, nella vostra luce, l'abisso delle vostre grandezze.