Santi Pietro e Paolo Apostoli

Santi Pietro e Paolo Apostoli

Dom., 25 Jun. 23 Lectio Divina - Ano A

Gesù è risolutamente in cammino verso Gerusalemme quando, giunto a Cesarea, pone alla sua comunità la domanda cruciale.

Strano! Vivevano insieme da anni, Gesù e i discepoli, e proprio quel giorno gli viene in mente di chiedere chi sia per loro.

Inizialmente Gesù prende il giro un po' largo e pone una domanda di curiosità, che non interpella direttamente, in modo personale (che dice la gente?) ma è un modo per sondare il terreno; poi però stringe il cerchio e arriva al nocciolo: “ma voi chi dite che io sia?”, parole che sembrano lasciare nell’aria una domanda che restringe ancora di più l’obiettivo, interpellando singolarmente ognuno dei presenti di allora e di ognuno di noi che leggiamo i Vangeli oggi: “e tu chi dici che io sia?

La domanda inizia con un’avversativa, “ma”: è un incitamento a prendere le distanze da quello che pensa e dice la maggioranza della gente, da quello che suggerisce la tradizione, da quello che è già noto perché catalogato una volta e per sempre.

Non è un Gesù in crisi d’identità, ma un Gesù che vuole saggiare il polso della sua relazione con i dodici. È un po' come la domanda ricorrente fra le coppie di innamorati: quanto sono importante per te? Che posto occupo nella tua vita?

In sostanza Gesù chiede non se lo conoscono – cosa ovvia – ma se lo ri-conoscono, cioè se lo conoscono in profondità, se sentono all’unisono, in una parola se sono innamorati.

Quando eravamo meno dotati di tecnologia, al telefono o al campanello di casa alla domanda “chi è?” bastava rispondere con un “sono io”. Ecco il ri-conoscimento, la prova della relazione intima e profonda.

Alla domanda di Gesù, undici discepoli restano smarriti, ma Pietro – ancora una volta lui – risponde “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio Vivente”. Gesù approva la risposta di Pietro tanto che gli dice “Beato te”. Ma la risposta di Pietro non nasce come frutto della sua sapienza umana né da un bagaglio particolarmente ricco di conoscenze dottrinali. È la risposta di un cuore aperto, disponibile, che ama ed è quindi capace di accogliere la rivelazione che arriva da Dio.

Possiamo quindi dire che la fede è una questione di domande più che di risposte? Sì, possiamo dirlo! E’ vero che la nostra limitatezza umana ci fa sentire a disagio quando la risposta non c’è o noi non la troviamo. E in questi casi, invece di accettare la sfida e la fatica della ricerca, ci sforziamo di trovare una qualche forma di accomodamento.

Questo Vangelo ci dice che il punto determinante del nostro rapporto con Dio è quando smettiamo di fargli domande e di metterlo in discussione ed accettiamo che sia Lui a metterci in discussione.

Cristo dunque non è una risposta da insegnare ma una domanda da porre “Ma voi chi dite che io sia?” E questo dialogo con Dio, dove Lui domanda ed io rispondo, diventa la mia vita.

Torniamo a Pietro. Pietro risponde bene alla domanda di Gesù ma non perché sia bravo e nemmeno fedele (come sappiamo bene!) ma perché ha scoperto una cosa: che è Dio ad essere fedele. È Dio che ha fiducia in lui e Pietro questo potrà testimoniarlo proprio nel momento in cui lo rinnegherà.

Ma torniamo alla domanda iniziale. Perché Gesù chiede ai discepoli di pronunciarsi sulla sua identità? Per quale ragione vuole essere ri-conosciuto? Perché, per portarci nel suo Regno, deve essere chiaro chi sia Lui per noi: non uno tra i tanti ma l’Unico. Infatti, solo a coloro di cui ci fidiamo diamo le chiavi di casa nostra. Se noi lo ri-conosciamo, Lui si fiderà di noi.

Si tratta quindi di mettersi alla sequela di Gesù, qualunque siano le sue vie, spesso diverse dalle nostre. Quello che occorre è la volontà di vederlo, a volte anche solo la disponibilità a lasciare che la nostra vita sia fecondata da un imprevisto incontro con Lui. Se poi su quella via sentiremo risuonare la domanda : “tu, chi dici che io sia?” (e cioè, vuoi seguirmi avendo in mente un tuo progetto oppure mi accogli come fonte di vita in pienezza?), ieri oggi e sempre vorremmo rispondere non a parole ma con la vita. Come dice Gesù “Perché mi chiamate Signore, Signore! Ma non fate quello che vi dico? …

E allora come si può conoscere chi è Gesù? Come si può affermare chi è lui in un senso che investe in misura determinante la nostra vita? Questa la risposta di papa Francesco: “La domanda a Pietro “chi sono io per voi, per te?” si capisce soltanto lungo la strada, dopo una lunga strada … E’ la strada del discepolo. Infatti Gesù a Pietro e ai suoi apostoli non ha detto: conoscimi! Ha detto: seguimi! E proprio questo seguire Gesù ci fa conoscere Gesù: Seguire Gesù con le nostre virtù e anche con i nostri peccati. Ma seguire sempre Gesù! Per conoscere Gesù non è necessario uno studio di nozioni, ma una vita da discepolo. In questo modo, andando con Gesù impariamo chi è Lui, impariamo quella scienza di Gesù” Scrive Charles de Foucauld: “Non appena credetti che c’era un Dio, compresi che non potevo fare altro che vivere per Lui … Dio è così grande! C’è una tale differenza tra Dio e tutto quello che non è Lui!”