XVI Domenica del Tempo Ordinario

XVI Domenica del Tempo Ordinario

Seg., 17 Jul. 23 Lectio Divina - Ano A

Questo brano del Vangelo ci racconta tre parabole diverse per parlare del Regno dei cieli. Tutte e tre mi parlano di un Dio creatore, che riconosco in quell’uomo o quella donna che compiono le azioni di seminare o "mischiare". Un Creatore che ha il desiderio e l’intenzione di far crescere qualcosa di meraviglioso, che desidera generare vita.
Dall’altra parte mi piace pensare di essere quel “buon seme”, quel “granello di senape” o quel “lievito” che dentro di sé custodisce il desiderio di Qualcun altro. In questo modo mi riconosco ricevente e custode di un dono che è quello della vita. E mi domando: riesco sempre a riconoscere questo, ad essere consapevole di ciò, o lo do per scontato? Mi sento grata di questo dono?

A questo punto, il seme, il granello e il lievito tentano di crescere, ma per farlo non bastano a loro stessi: devono essere immersi nella terra e nella farina, mescolarsi in qualcos'altro, diverso da loro. Mi piace molto questa immagine: essere qualcosa che per crescere deve immergersi totalmente in altro, perdendo apparentemente la propria identità; perché il seme sparisce nella terra e il lievito non si riconosce più in mezzo alla farina. Questo però non vuol dire che hanno perso il loro potenziale. Esso rimane nascosto finché non arriva, in un periodo di tempo non prefissato, il momento in cui il seme germoglia e il pane lievita.
Ognuno di noi credo possa riconoscere nella propria storia momenti paragonabili a questo; momenti in cui abbiamo scoperto qualcosa di nuovo di noi stessi che pensavamo di non avere e che ci ha permesso di crescere. È molto bello ricordarli e riconoscere che non eravamo da soli, ma nell’essere immersi in un contesto siamo stati nutriti da tanti incontri e da tante relazioni.

Così, man mano che cresciamo, scopriamo di avere dentro noi stessi una forza ed un potenziale che si rivelano, pian piano, in tutte le esperienze che facciamo e che ci permette di guardare oltre, di riconoscere i nostri desideri più profondi e di fare delle scelte.

Un altro aspetto che mi ha colpito in queste tre parabole è qualcosa che viene sottointeso e che in realtà è essenziale per tutte e tre le storie: non bastano il seme e la terra per far crescere un germoglio, non bastano il lievito e la farina per fare il pane. Manca un ingrediente essenziale: l’acqua, il simbolo per eccellenza della vita. E mi domando: con che acqua sono stata cresciuta? Cosa mi ha tenuto in vita finché ero piccola? Con che acqua oggi scelgo di vivere? Cosa mi rende viva oggi?

Posso riconoscere quindi che la mia vita è un dono e che è tale perché mi ritrovo immersa in un contesto che mi permette di crescere, composto non solo da esperienze che possiamo considerare belle o facili, ma anche fatto di difficoltà, come nel caso della prima parabola, dove il grano si ritrova circondato dalla zizzania.

A questo punto, una volta che il “buon seme” è diventato grano ed è stato separato dalla zizzania, può trasformarsi in farina. Una volta che il “granello di senape” è diventato albero può rivelarsi riparo e rifugio per gli uccelli del cielo. Una volta che il “lievito” è diventato pane può essere cibo per nutrire. Tutte e tre queste immagini rappresentano il dono che cresce, si trasforma e a sua volta diventa dono, in modo diverso e unico. Spesso penso di dover essere dono per gli altri come se fossi una supereroina, ma grazie alle esperienze di servizio che ho fatto nella mia vita ho capito di essere portatrice di questo dono, di essere strumento che soprattutto nella semplicità trasporta un Amore più grande: non sono io al centro.

In conclusione, siamo un potenziale che ha bisogno di Qualcuno che lo desideri e lo ami, che ha bisogno continuamente di acqua fresca per rimanere vivo e che ha bisogno del suo personale modo di donarsi agli altri, perché quando si scopre la bellezza di mescolarsi in mezzo agli altri si crea e si custodisce una memoria profonda che ti chiede di non accontentarti, ti chiede di ricercare continuamente quel Regno dei Cieli di cui Gesù ci parla in queste parabole e che racchiude tutta la nostra storia ma anche ogni singolo giorno.