Il dodici ottobre scorso la Diocesi di Vicenza in collaborazione con noi Figlie della Chiesa ha tenuto un convegno su l’Assemblea liturgica e l’Animatore dell’assemblea.
La relatrice teologa e liturgista Morena Baldacci ci ha incoraggiato a proseguire nell’impegno che ci caratterizza come Figlie della Chiesa: con arte, passione, cura ed essenzialità per la liturgia. Ha poi continuato spiegando che non c’è liturgia senza assemblea e animatore liturgico; non ci sono assemblee liturgiche uguali, né si può essere animatori a chiamata; la comunità cristiana va amata e se non la si ama dal di dentro non la si amerà mai.
Ha posto poi alcune domande, interrogativi su cui riflettere: Che cos’è un’assemblea liturgica? Cos’è che fa scaturire l’assemblea liturgica? Cosa non ci accomuna nelle nostre assemblee? Si sente oggi nella liturgia il sapore della novità o ci si è fermati a prima del Concilio Vaticano II?
L’assemblea liturgica è certamente preparata da qualcuno che la conduce ed è soprattutto “preceduta” dall’amore del Signore, che la rende un grande “noi”, accomunato dalla stessa fede. L’assemblea dunque è credibile solo quando è vivificata dallo Spirito.
L’animatore liturgico è colui che sa animare e collaborare affinché l’assemblea sia viva. Sa impostare il canto in modo che nasca dal di dentro, dal cuore, e lo si esprima con gioia, con naturalezza; così si genera il “noi” anche nel silenzio.
L’assemblea liturgica è il corpo della Chiesa; attraverso la sua partecipazione al rito, con le parole e i suoi gesti, ne costituisce le mani, i piedi, la voce... Nella liturgia c’è sempre un movimento che rinasce, che genera la Chiesa; è un luogo di testimonianza: “Guarda come celebri e ti dirò chi sei”. Dobbiamo ritrovare insieme il volto nuovo della Chiesa, lasciarci ringiovanire, perché la Chiesa è sempre nuova.
In una comunità adulta e corresponsabile la liturgia dovrebbe essere un luogo di riposo, familiare, capace di esprimere il linguaggio della festa che nasce dal cuore; infatti una celebrazione, se non è festosa, è tradita. Per questo sono importanti anche i tempi e spazi per il canto; una liturgia “dalle labbra chiuse” in cui il canto o gli altri gesti devono “stare dentro il tempo”, non serve a nulla.
Nella celebrazione liturgica l’animatore liturgico deve vivere dentro l’assemblea e proporre esperienze generatrici e di senso; per questo abbiamo bisogno di bellezza, affinché il tutto sia forma di vita, luogo in cui si vive la qualità buona delle relazioni. Oggi abbiamo bisogno di assemblee che generano e pertanto di animatori che siano testimoni autentici e credibili, che lasciano trasparire la bellezza dell’appartenenza a Dio.
È importante di conseguenza prendersi cura della propria formazione, in modo che con le competenze acquisite si possano concatenare in forma armonica i vari gesti liturgici e generare celebrazioni che donano vita, gioia, desiderio di stare assieme.
L’assemblea è chiamata a costituire un autentico spazio di ospitalità, in cui i gesti del rito diventano lingua comune e condivisa nel camminare insieme incontro al Signore.
A conclusione dell’incontro, il direttore dell’ufficio liturgico diocesano ha ricordato i 70 anni della nostra Comunità a Vicenza, sottolineando che le Figlie della Chiesa sono una presenza discreta, bella e serena.